PIERA PRINCIPE

DEL MIO GRAN FOCO

“IL LEIT MOTIV DELLA MIA RICERCA, NON SOLO SCENICA, È IL TEMA DELL’AMORE, CHE QUI CORRISPONDE AL DESIDERIO DI RITROVARE LA FAVOLA DEL CUORE.”

DEL MIO GRAN FOCO
foto di Tilde De Tullio e Andrea Tirindelli
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Un incontro delicato, senza abbandoni, fatto di sguardi e di passioni subito congelate in spazi poetico-visivi, come le musiche del Cinquecento e Seicento.
Sono brevi squarci lirici, piccoli quadri in cui l’Amore trova spazio dagli aspetti più gioiosi fino allo spasimo e alla sofferenza. Una creazione coreografica mai didattica, ma libera e tesa alla di riscoperta di una gestualità poco codificata che ora si avvicina ora si distacca dalla musica attorno alla quale si modella.
Un viaggio “a rime sparse” lungo le sottili spiagge della suggestione.

Piera Principe

 

NOTE ALLE SCELTE MUSICALI

Le musiche di autori del periodo rinascimentale (Francesco da Milano, Philippe Verdolet, Pietro Paolo Borrono, Bartolomeo Tromboncino) e di quello barocco (Giulio Caccini, Giovanni Girolamo Kapsberger) costituiscono il tessuto sonoro dello spettacolo.
L’itinerario musicale non segue una coerente linea cronologica, poiché questa non rappresenta il filo conduttore di un programma da concerto con probabili intenti didascalici circa un’epoca o un autore, ma offre il presupposto articolato di alternativi momenti di carattere emozionale.
L’atmosfera musicale, infatti, vuole evocare o accentuare, sulla base anche dei testi utilizzati, particolari atteggiamenti mentali che – nella “suggestione” di una vicenda sentimentale – investono di un’ulteriore valenza gestuale questo repertorio già di per sé significativo. Si tratte di danze, ricercari, toccate, preludi, bassi ostinati (per lo più brevi musiche strumentali con diverse funzioni e caratteri) e composizioni per voce o tiorba, che spaziano dal primo Cinquecento alla prima metà del Seicento, proposti seguendo criteri di esecuzione documentati dalle fonti teoriche e musicali dell’epoca, ossia secondo la prassi esecutiva antica e con copia di strumenti originali.

Paola Manfredini